Cara Cri
la malattia ha anche i suoi vantaggi, specialmente in fase di recupero.
Ti sto scrivendo dall’alto del mio letto coniugale, alto perché’ in questa casa ci sono gradini e pedane rialzate ovunque per qualche ragione misteriosa (che ci abbiano nascosto qualcosa? Un tesoro? Il cadavere della nonna? Quando ho esposto la mia teoria ad un’amica ha detto che era una visione molto italiana e sinistramente mafiosa). E’ un letto che ha una certa aria regale, un che di pomposo per questo essere più elevato del resto della stanza. Da qui domino il paesaggio di fronte a me, la finestra si apre sul parco dell’East Coast, il parco più esteso di Singapore che percorre tutta la parte orientale dell’isola. Oltre alla vegetazione lussureggiante, il mare, con centinaia di navi piccole e grandi, ma soprattutto enormi cargo carichi probabilmente di giochini di plastica e gadget made in China. Sembra di guardare la ‘battaglia navale’ dal vero. In realtà di tutto ciò ora vedo solo le luci in lontananza, innumerevoli chiarori che parrebbero una città illuminata se non sapessi che si tratta di imbarcazioni.
Mi godo lo spettacolo in solitudine, perché da quando è iniziata la malattia ho tentato in ogni modo di non contagiare i miei cari e mi è stata gentilmente offerta la camera da letto nuziale, mentre George dorme sul divano-letto in camera di Charlotte. Ed ecco i vantaggi di cui ti dicevo. Non alzarsi la notte, per di più giustificata. Sentire il richiamo strascicato e poco conscio, tra il sonno e la veglia, di qualcuno dei miei adorati, e potermi comodamente rannicchiare tra le lenzuola fresche di cotone, con la consapevolezza di non essere parte del quadro. Il riflesso notturno ormai condizionato di balzare dal letto al primo stridio di bambino, per due buone settimane è stato sopito con una cessione di responsabilità totale e incondizionata al mio consorte. Naturalmente non è stato bello fare la parte della contaminata e potenzialmente contaminante della casa, e preferisco certamente avere il calore del mio compagno a fianco piuttosto che addormentarmi sola nel mio talamo principesco, ma regalami almeno un vantaggio, scarlattina delle balle. Ed eccolo qui, la possibilità di riposare solo per te stesso, senza senso di colpa, una libertà perduta nel momento in cui diventi genitore. Il piacere assoluto della delega, ecco cosa ho guadagnato seppur brevemente. George oggi ha notato che la congiuntivite stava scemando, la tosse diminuendo, il colorito tornando al solito beige cremino invece che vermiglio acceso. Forse per eccessiva malizia, ho letto nel suo sguardo un duplice guizzo di gioia, per la moglie ritrovata e per il cambio notturno. Le sue parole me l’hanno confermato: ’Stanotte è il tuo turno’, mi ha annunciato con trionfo. Mi tocca alzarmi.
Bello
RispondiEliminaCara Silvia, ormai da circa un'ora sto provando a crearmi un accaunt....niente, non ci capisco nulla o quasi.Ho trovato questo spazio (per sbaglio) e provo a scrivere nella speranza che qulcosa rimanga sul tuo blog.
RispondiEliminaHo letto le tue lettere, bellissime come sempre...se ricevi queste poche righe fammelo sapere......invio la bottiglia con dentro il messaggio in mezzo al mare, se ti arriva avvertimi.